giovedì 26 novembre 2015

4° Lezione Teoria delle arti Multimediali Accademia di belle arti Pisa Alma Artis Academy

Lezione tenuta presso Accademia di Belle Arti Pisa, Alma Artis Academy
Lezione di Teoria delle arti multimediali tenuta dalla professoressa Anna Maria Monteverdi.



Lezione, questa, dedicata interamente al video mapping.
Il video mapping è una tecnica che consiste nel proiettare video immagini su edifici, facciate, strutture o qualsiasi sorta di superficie ( strutture o oggetti).

Prima di addentrarci interamente nella visione di diversi video mapping, abbiamo analizzato il sito e il video introduttivo del museo Magma a Follonica e il sito di Studio Azzurro
In basso allego il link dei due siti :
MagmaFollonica
Studio Azzurro .

Dopo questa introduzione ci siamo " tuffati " nella visione di diversi videomapping
Quello che mi ha lasciato inevitabilmente senza parole è il videomapping realizzato per LG Optimus che posto qui in basso :



A mio parere hanno creato qualcosa di assolutamente unico, impossibile distrarsi o pensare ad altro, possiamo rimanere solo affascinati dal lavoro creato.

Altro video mapping fantastico è quello proiettato al Sydney Opera House nel 2012.
 

Nuovo video mapping LG electronics  a Sofia


 Molto carino lo scorrere dei numeri all'inizio 

Spettacolare anche il video mapping realizzato ad Alessandria d'Egitto.




Ed infine abbiamo visto video di video-mapping fatti per il progetto "Città Invisibili".

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4° Lezione Di Progettazione Multimediale Accademia di Belle arti Pisa.

Lezione tenuta presso Accademia di belle arti Pisa Alma Artis Academy.
Lezione di Progettazione Multimediale tenuta dal docente Andrea Brogni .

L'ultima lezione di progettazione multimediale è stata fatta da Giancinto Barresi, ingegnere che si occupa di  interazione uomo macchina, psicologia cognitiva con dottorato in ricerca in robotica, cognizione e tecnologie di interazione.
 Ha fatto una lezione molto interessante riguardante l'usabilità, introducendo dei concetti iniziali come, ad esempio :
•strumento, uso , interfaccia e utente..
Ci ha mostrato diverse slide riguardanti l'usabilità, marcando molto quello che è il rapporto tra utente e strumento.
Quando noi progettiamo dobbiamo tener conto dei limiti e dei bisogni dell'uomo e non solo dei suoi obiettivi.
Ci sono stati cenni anche per quanto riguarda l'ergonomia cognitiva ma per svolgere questo compito è necessario sapere, studiare come funzionano i processi cognitivo comportamentali.
L'usalibilità è definita dall'ISO ( International Organization for Standardization ). L'usabilità ha tre dimensioni :
• efficacia
•efficienza
•soddisfazione
Ma l'usabilità può essere anche accostata a accessibilità, trovabilità, credibilità, user experience, accettazione della tecnologia, consistenza, estetica.
Il prof ha spiegato come ci siano tre leggi :
• Legge della somiglianza
• Legge della vicinanza
• Legge della chiusura.
In merito a ciò ci hanno mostrato delle diverse forme di piani cottura e ci è stato chiesto di crearne uno al momento e verificarne l'usabilità.
Qui posto il mio

Diverse tecniche possono essere utilizzate per valutare l’usabilità.
Ad esempio :
•tecniche di valutazione osggettiva o basate sulla produzione di risposte verbalizzabili da parte dell’utente ( questionari, interviste, “ thinking aloud” , domande durante un cognitive walkthrough).
• tecniche di misurazione delle reazioni dell’utente ( registrazioni fisiologiche, movimenti oculari).
• osservazione del comportamento dell’utente.
Ma ci sono stati mostrati anche schemi riguardanti il design interattivo come ad esempio:
DESIGN ITERATIVO : ESEMPIO
DATI INIZIALI SU TASK E UTENTI à DESIGN à sviluppo à valutazione espertià design à sviluppo à valutazione utenti.

Altro esempio di design iterativo : Dati iniziali su task e utenti :
Design à sviluppo -à valutazione esperti à designà sviluppo etc..

Reputo questa lezione molto interessante soprattutto perché magari dopo di essa nel creare, o nel progettare qualcosa riusciremo a riflettere meglio su ciò che va fatto tenendo conto delle nozioni che ci sono state spiegate riguardo l'usabilità.

4° Lezione di Fotografia Accademia di belle arti Pisa Alma Artis Academy

Lezione tenuta presso Accademia di belle arti Alma Artis Academy
Lezione di Fotografia tenuta dal docente Nicola Gronchi.

In questa lezione si passa più alla parte tecnica rispetto a quella storica e teorica.
Si parte dallo studio della pellicola e del sensore..

La fotocamera analogica “ scrive “ con la luce su un supporto chiamato pellicola rispettando il percorso tra obiettivo, diaframma ed otturatore che determina il tempo di esposizione.

Lo stesso avviene con una fotocamera digitale dove, al posto della pellicola collocata sul piano focale, trova posto un sensore in grado di convertire i fotoni in segnali elettrici.
Però, purtroppo, la pellicola non può mantenere per sempre le informazioni contenute.. con il passare del tempo queste informazioni andranno perdute o gravemente danneggiate.
Ma con la pellicola abbiamo la possibilità di creare immagini anche senza energia elettrica.

Come detto in precedenza altro argomento è stato il SENSORE.
Con il sensore ( componente elettronico)  fotocamera registra le immagini.

Il sensore trasfroma l’immagine percepita sotto forma di luce in segnali elettrici analogici ( si ripete ogni qual volta scattiamo una fotografia ) poi convertiti in digitale con un processo ripetibile ad ogni scatto.

Analogamente alla pellicola il sensore riproduce il colore attraverso la sintesi additiva RGB oppure sottrattiva CMY
• R G B ovvero rosso verde e blu. 
• C M Y ovvero  ciano magenta e giallo.

Ma tornando alla pellicola sappiamo che la maggiore o la  minore sensibilità si ottiene attraverso la forma e le dimensioni dei cristalli di alogenuro d’argento in sospensione nella gelatina.
Le pellicole con • grana molto fine consetono di produrre immagini molto nitide, mentre quelle con • grana rossa sono indicate per riprendere i soggetti in rapido movimento.
 Le pellicole poso sensibili ra i 25 e i 100 ISO sono caratterizzate da una grana molto fine e quindi sono adatte nei casi in cui sia richiesta la massima nitidezza dei dettagli.

Addentrandoci sempre più nella materia siamo passati alla suddivisione tra compatte e reflex.
Compatte:
Una compatta digitale è comoda, pellicola però mi da un risultato medio e poi non è sistema versatile e implementabile.
Ma l’introduzione del monitor LCD di visione ha aggiunto alle fotocamere compatte digitali la possibilità di vedere l’immagine inquadrata dall’obiettivo esattamente come avviene sulla fotocamera; ed un altro vantaggio a favore delle compatte rispetto alle reflex è che le compatte non fanno rumore durante lo scatto.
REFLEX
Le reflex digitali offrono una maggiore gamma dinamica rispetto alle compatte grazie al sensore più grande che riesce ad immagazzinare informazioni maggiori e quindi a fornire migliori dettagli.
L’immagine visibile nel mirino di una reflex è otticamente la stessa che impressionerà il sensore all’atto dello scatto.
Il fondamento di questo sistema si basa su uno specchio posto a 45° dietro l’obbiettivo che, durante l’inquadratura, riflette la luce verso lo schermo di messa a fuoco quindi al pentaprisma ed infine nel mirino oculare.
Al momento dello scatto lo specchio si alza e, dopo la chiusura del diaframma al valore prestabilito , le immagini raggiungono ed espongono il sensore per il tempo prescelto con il tempo di posa.
Nelle fotocamere reflex digitali ci sono diversi tipi di messa a fuoco, come ad esempio :
• Messa a fuoco automatica singola
• Messa a fuoco automatica multipla
• Macro
• riconoscimento volto
• infinito.
Qui posto la mia attuale reflex - Canon 100D
Elemento importante da impostare quando scattiamo con una reflex è la profondità di campo.

La profondità di campo è lo spazio precedente e successivo rispetto al punto in cui è regolata la messa a fuoco entro il quale però tutti i soggetti risultano comunque nitidi.
Successivamente alla fase di messa a fuoco, è possibile intervenire sull’ampiezza della profondità di campo nitido agendo sulla chiusura del diaframma.
Impostando un diaframma chiuso ed attivando il pulsante della profondità di campo sarà possibile percepire visivamente l’estensione ottica di nitidezza legata al diaframma.

-Profondità di campo.
Per quanto riguarda il diaframma, il diaframma chiuso offre una estesa profondità di campo mentre il diaframma chiuso offre una ridotta profondità di campo.
Altro elemento he determina una maggiore o minore profondità di campo è la focale del nostro obiettivo.
Per quanto riguarda gli obiettivi, ce ne sono di tre tipi :
• Obiettivo Grandangolare
- questa è una foto scattata con un obiettivo grandangolare.
•Obiettivo normale 
-foto scatta con un obiettivo normale.
•Teleobiettivo
- foto con teleobiettivo

L’obiettivo grandangolare ( 28-25 mm ) è quello che posso usare nei paesaggi.
L'Obiettivo normale  è considerato il 50 mm che corrisponde alla nostra visione dell’occhio.
Il Teleobiettivo ( 70 mm- 135mm fino a salire).
Altri argomenti trattati sono stati l'esposizione, l'apertura del diaframma, la misurazione della luce e l'otturatore. Di seguito ci sono delle semplici definizioni :
• l'esposizione :  il termine esposizione indica il tempo durante il quale l'elemento sensibile, resta esposto alla luce che passa attraverso il sistema ottico ; più spesso, in gergo tecnico, la stessa parola indica la quantità totale di luce che nel suddetto periodo passa attraverso il sistema ottico. 
La scelta della corretta esposizione permette di eseguire uno scatto ben equilibrato e di evitare che parti dell’immagine risultino bruciate e quindi impossibili da recuperare anche in fotoritocco.
La stessa scena, fotografata con diverse combinazioni tempo diaframma, avrà la stessa luminosità, ma non le stesse caratteristiche fotografiche. Allungando il tempo di posa di uno stop e chiudendo il diaframma di un equivalente stop, si otterrà una stessa esposizione, ma l’immagine conseguente avrà effetti di movimento e di estensione di nitidezza diversi.

• Il diaframma aumenta o riduce la quantità di luce che raggiunge il sensore ma concorre congiuntamente a determinare la profondità di campo 


• Per quanto riguarda la misurazione della luce , il suo compito è affidato all'esposimetro, costituito da un sensore posto in prossimità del pentaprisma.
Ci sono due tipi di misurazione :
- misurazione a luce riflessa 
&
- misurazione a luce incidente 
La misurazione a luce riflessa è quella effettuata dalle normali fotocamere che vengono puntate verso il soggetto per rivelarne la luce.
La misurazione a luce incidente, invece, viene effettuata puntando l’esposimetro esterno dal soggetto verso la fotocamera.
L'otturatore  è costituito da tendine lamellari che scorrono in modo verticali al momento dello scatto aprendo un varco attraverso cui passa la luce.
Il tempo di apertura dell’otturatore, epsresso in frazioni di secondo ( es. 1/30) determina la quantità di luche che giunge al sensore e viene scelto in base alle indicazioni fornite dall’esposimetro.
Più il tempo di scatto è veloce ( es. 1/500, 1/1000) maggiori possibilità avrò di “ congelare “ il soggetto in movimento , al contrario, con tempi lenti ( es. 1/15, 1/8 ) avrò un effetto mosso sulla foto.
-otturatore.
Personalmente sono molto contento dell'ultima lezione di Fotografia perché finalmente siamo entrati nell'ambito tecnico, studiando delle nozioni fondamentali per un uso della fotocamera adeguato.
Ora si inizia  a fotografare sperando di migliorare sempre di più.