domenica 8 novembre 2015

1° Lezione Fotografia. Alma Artis Academy.

Lezione tenuta presso  "ACCADEMIA DI BELLE ARTI ALMA ARTIS ACADEMY "
Lezione di FOTOGRAFIA ; Con il docente NICOLA GRONCHI.
                                                                                                                                         02/11/2015

1° Lezione di fotografia che è stata divisa in due parti: la prima prevalentemente conoscitiva con scambi di informazioni tra noi studenti e il docente e la seconda parte incentrata sulla storia della fotografia.
L'invenzione della fotografia avviene nel 1839 quando, precisamente il 6 gennaio, " La gazzette de France " pubblica la prima notizia dell'invenzione della fotografia da parte del pittore di diorami Louis Jaques Mandè Daguerre ( 1787-1851).
Daguerre, attivo tra fine settecento fino a metà ottocento, è considerato l'inventore della fotografia.
Essendo francese la notizia viene pubblicata per la prima volta in Francia. Anche se Daguerre non nasce come fotografo ma come pittore di diorami.
Si deve a Daguerre la frase " fissare le immagini che si dipingono entro la camera oscura".
La notizia riguardante l'invenzione della fotografia si deve anche al fisico e astronomo Jean Francois Dominique Arago che la divulga nella seduta dell'accademia delle scienze il 7 gennaio 1839. L'annuncio di Arago è riportato è riportato ne " montiteur parisien " del 9 gennaio 1839. In Italia invece viene ripreso, senza titolo, in terza pagina dalla " Gazzetta privilegiata di Milano " il 15 gennaio 1839.

- Primo scatto di Louis Jaques Mandè Daguerre.


Immediatamente si pensò alle applicazioni della fotografia nel settore della riproduzione delle opere d'arte, come si può leggere in un articolo del "messaggere torinese" del 16 gennaio 1839 dove si mettono in luce i vantaggi che può apportare la fotografia all'arte.
Dobbiamo considerare fin da subito il processo di perfezionamento della tecnica fotografica dato che subito dopo la circolazione delle prime fotografie venne spontaneo il confronto tra la fotografia e l'incisione. Perché fondamentalmente c'è da tener conto che la fotografia era al suo punto di partenza mentre l'incisione era arrivata ad un punto stabile, duraturo e fedele. La potenzialità della fotografia, inizialmente, era soltanto ipotetica in quanto l'immagine era ancora evanescente e si riusciva ad ottenere un unico esemplare. Poiché quello che veniva prodotto nella lastra dopo qualche giorno tendeva a scomparire perché , molto semplicemente, non erano stati ancora sviluppati i metodi di fissaggio della lastra.  E i primi fotografi operavano direttamente sulla lastra intervenendo a mano.
Una prima svolta arrivò quando l'inglese William Fox Talbot riuscì ad ottenere da un unico negativo un numero indeterminato di immagini positive, infatti egli aveva applicato al negativo un qualcosa che riusciva a mantenere stabile l'immagine. Daguerre inventò un mezzo per fermare le immagini che si producevano nella sua " camera oscura" dando vita al dagherrotipo e quindi ai primi metodi efficaci di registrazione della luce che dopo qualche anno sono stati perfezionati con l'invenzione di un negativo stampabile su carta fotosensibile.
Tuttavia le polemiche non mancavano perché la critica di metà ottocento non vedeva di buon occhio la fotografia come strumento di riproduzione fedele della realtà forse perchè come fino agli anni 70 la tecnica fotografica lasciava un po' a desiderare. Nei primi sviluppi l'immagine si alterava fino a scomparire quasi del tutto , la resa non era molto rispondente ai colori delle opere.
Il discorso cambio a fine ottocento e inizi del novecento quando vennero introdotti  su scala industriale i procedimenti fototipografici dove la qualità delle foto migliorava sempre di più e le venivano affilate le tecniche di produzione.
Dai prodotti dell'artigiano si passa a formule chimiche a livello industriale e quindi la produzione di acidi migliori e più sicuri.
Ovviamente diminuendo i costi di produzione e vendita, il pubblico si avvicinò di più alla fotografia per cui questa diveniva accessibile anche al piccolo collezionista.
In questo periodo fioriscono stabilimenti tipografici , i tre maggiori sono ALINARI E BROGI  a Firenze e ANDERSON a Roma.
Tra di loro non c'era quella rivalità che magari ci può essere al giorno d'oggi tra i vari fotografi ma era più una sorta di collaborazione. Quando uno dei fotografi notava un miglioramento lo riferiva ad un altro fotografo e così via  facendo il bene della fotografia perché ciò sicuramente ha contribuito in parte al suo sviluppo.
Possiamo parlare di stile ALINARI , stile BROGi e stile ANDERSON e tutte le tecniche da loro sviluppate anche oggi con la fotografia professionale. 
Inoltre  l'introduzione dei procedimenti fototipografici favorì la nascita di numero riviste d'arte caratterizzate da un buon numero di riproduzioni come 
• " La revue de l'art" ( 1897) .
•" The connoisseur " ( 1901) .
• " The burlington Magazine" (1903) .
•" The studio" (1893) .
Le riviste al tempo potevano anche avere la fotoriproduzione incollata fisicamente sul testo sulla pagina. Un esempio importante di opera con un vasto impiego di immagini fotografiche è la monumentale storia dell'Arte di Adolfo Venturi pubblicata a dispense dal 1901 al 1940.
Finalmente dopo la prima guerra mondiale la fotografia acquista la sua vera identità, non è più in gara con l'incisione e viene considerata come il mezzo più idoneo per la documentazione della realtà. Quindi avviene il completo distacco tra incisione e fotografia.
Da tener presente che nalla fotografia c'è costantemente una interpretazione critica e una soggettiva.

Come già accennato prima tra i grandi fotografi storici ci sono gli ALINARI.
Leopoldo, Giuseppe, Romualdo attivi a Firenze dal 1852.
Si occupavano oltre che di fotografia anche di architettura , scultura, urbanistica, ritratto e pittura.
Sono coloro che hanno messo in piedi la ditta dei fratelli Alinari di Firenze.
Sono partiti da una piccola azienda fotografando le opere d'arti più importanti pubbliche e chiedendo permessi e autorizzazioni per le collezioni private ( musei e collezionisti privati) poi hanno organizzato queste immagini e hanno deciso di venderle. 
Successivamente hanno organizzato una organizzazione per generi ( pittura, scultura, architettura, arti minori, autori dell'opera) e avendo molte richieste di queste immagini hanno deciso di espandersi in tutta l'Italia.
Hanno cominciato ad assumere fotografi che venivano spediti in tutta Italia fotografando per loro ed erano spedizioni molto impegnative e costose perché i fotografi dovevano portarsi anche il materiale per sviluppare le foto.
In sede a Firenze venivano esaminate e poi venivano sviluppate e vendute.
Loro non dovevano nemmeno ingrandirle perché le stampavano direttamente a contatto per cui tutta la qualità del negativo della lastra veniva nella stampa finale.
Poi incominciarono a creare cataloghi con tutte le loro foto dove vi era scritto anche la città, l'autore e le opere che avevano fotografato.
I fotografi che venivano assunti dagli Alinari dovevano acquisire lo stile Alinari ad esempio immagini pulite, perfette e linee dritte.

















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